La definizione di DSA
Sempre più frequentemente sentiamo utilizzare il termine DSA in ambito scolastico, psicologico e pedagogico senza conoscere la definizione.
Cosa significa essere DSA?
DSA è l’acronimo con cui si indicano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Immaginiamo di andare per gradi e scomporre le singole lettere per riuscire a fornire la definizione di DSA.
La D fa riferimento al disturbo, intenso, con un’accezione positiva, come l’alterazione di una particolare funzione e non come una malattia;
La S riguarda le specifiche abilità coinvolte e non l’intelligenza globale di una persona;
La A, invece, indica le abilità di apprendimento scolastico compromesse, quali lettura, scrittura e calcolo.
Secondo Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) i DSA sono caratterizzati dalla persistente difficoltà di apprendimento delle abilità scolastiche chiave (lettura, scrittura, calcolo) per almeno 6 mesi, le quali sono in modo quantificabile al di sotto di quelle attese per l’età cronologica e causano significativa interferenza con il rendimento scolastico o lavorativo o con le attività della vita quotidiana. Le difficoltà di apprendimento non sono giustificate da disabilità intellettiva, deficit sensoriali o altri disturbi mentali o neurologici.
Essere DSA significa, quindi, avere un’intelligenza nella media o addirittura superiore e non è legato allo scarso impegno in ambito scolastico da rimproverare.
Cosa comporta parlare di Disturbi Specifici di Apprendimento?
Le manifestazioni dei DSA
In realtà, possiamo vedere i DSA come una macro categoria che ponendo un focus sul particolare si distingue in 4 casi: la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.
Nella dislessia possiamo riscontrare una compromissione della lettura, in particolare nella sua accuratezza, velocità o fluenza e della comprensione del testo.
Nella disgrafia vi è una compromissione dell’espressione scritta, che risulta poco chiara e disorganizzata, accompagnandosi ad un uso disfunzionale degli spazi del foglio.
La disortografia, invece, riguarda come la disgrafia la compromissione dell’espressione scritta, ma nello specifico la mancata accuratezza nella grammatica, nella punteggiatura e nello spelling.
Nella discalculia, infine, è riscontrabile una compromissione del calcolo. Questa, in particolare, comprende una mancata acquisizione del concetto di numero e della memorizzazione dei fatti aritmetici, un calcolo poco accurato e fluente e una difficoltà nel ragionamento matematico.
Si può dire che un bambino è “affetto” da dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia?
I dsa come elemento di unicità dell’individuo
È bene rispondere alla domanda posta sopra fermamente:
No, i disturbi specifici dell’apprendimento non sono una malattia. Non è qualcosa che si ha, è un qualcosa che si è.
Infatti, possiamo dire che un bambino è dislessico, ma non che ha la dislessia.
Quest’ultimi hanno un’origine neurobiologica e costituiscono una neurodiversità, come ad esempio può essere il mancinismo: una modalità differente di funzionamento della nostra mente che può essere considerata come una peculiare caratteristica della persona.
Proprio perché un DSA non è un disturbo intenso come malattia, non può essere né eliminato né curato ma ci si può affidare a un professionista (Psicologo e/o Tutor) per usufruire al meglio delle proprie risorse quotidianamente.
La figura del Tutor e dello Psicologo nei DSA
Il Tutor DSA è una figura professionale esperta nell’ambito didattico pedagogico che affianca bambini e ragazzi con disturbi specifici di apprendimento, e le loro famiglie, in contesto domiciliare o in doposcuola specialistici.
Il suo compito principale è quello di garantire un maggior successo scolastico attraverso l’individuazione di un metodo di studio e delle strategie personali efficaci, aiutando il bambino a trovare la sua strada e la sua forma di riscatto per raggiungere obiettivi condivisi.
Un’altra importante funzione del tutor dsa è quella di diffondere le sue conoscenze sull’utilizzo di misure dispensative e strumenti compensativi, tenendo presente in primis i punti di forza del bambino o del ragazzo.
Il senso di inadeguatezza, la mancanza di autoefficacia, la scarsa autostima e il senso di inferiorità sono solo alcune delle sensazioni provate da un bambino/ragazzo DSA da non sottovalutare.
Proprio per questo è importante affiancare nel percorso un’altra figura, quella dello Psicologo, per prendersi cura non solo dell’ambito scolastico ma anche di quello emotivo e relazionale.
In tal caso, lo psicologo si porrà come obiettivo quello di incrementare l’autonomia e l’integrazione scolastica, il riconoscimento e la gestione delle emozioni, la socializzazione e le capacità relazionali del bambino/ ragazzo con i suoi pari. Inoltre, si occuperà della riabilitazione e del potenziamento delle abilità specifiche di lettura, scrittura e calcolo.
È dalla sinergia di due miei interessi, quello per la psicologia e quello per la pedagogia, che svolgo il ruolo di Psicologo e Tutor DSA e BES sul territorio di Livorno.
Concludo questo sguardo sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento con una frase a me cara, che ci spinge a riflettere sull’importanza di non sottovalutare le potenzialità individuali presenti in ognuno di noi:
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido. Albert Einstein
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